«Liste di attesa: non se ne può più». Comincerà domani da San Nicandro Garganico, la campagna di mobilitazione promossa dallo Spi, il Sindacato Pensionati della Cgil, che in provincia di Foggia prevede undici iniziative pubbliche, in piazza e davanti ai CUP (Centro Unico Prenotazioni) di 8 comuni: dopo San Nicandro, infatti, ci saranno presidi e volantinaggi a Manfredonia (5 ottobre), Cerignola (6 e 7 ottobre), San Giovanni Rotondo (10 ottobre), San Severo (11 ottobre), Orsara di Puglia (12 ottobre), Lucera (13 ottobre) e Foggia, nei giorni 14, 19 e 20 ottobre.
«La campagna sulle liste d’attesa si svolgerà in tutta la Puglia – spiega Alfonso Ciampolillo, segretario provinciale Spi Cgil Foggia -.
Ci sono circa 400mila pugliesi in lista d’attesa per una visita ambulatoriale o specialistica.
In media, devono aspettare 180 giorni per poter accedere a questo diritto. Se invece decidono di pagare, allora quella stessa prestazione gli viene erogata nel giro di una settimana in modalità “intramoenia”, dalla stessa struttura e dagli stessi medici che nella modalità meno costosa sarebbero disponibili soltanto dopo un’attesa di 6 mesi. Noi lo diciamo da anni: a chi non può permetterselo, di fatto viene negato il diritto alla salute».
Per tali carenze denunciate, lo Spi Cgil Puglia ha studiato a fondo la legge con un pool di avvocati. Il medico di base o specialista, per le prime visite e prime prestazioni deve sempre indicare la classe di priorità e i relativi tempi di attesa.
«Noi chiediamo che i tempi previsti dalla legge siano rispettati – sottolinea Ciampolillo -. Quando questo non accade, inviteremo i cittadini a ricorrere alla modalità intramoenia e, contestualmente, a richiedere il rimborso alla Regione Puglia per le spese aggiuntive che sono stati costretti a sostenere compilando un apposito modulo prestampato». A San Nicandro, i cittadini saranno informati di questa possibilità e coinvolti nella campagna dello Spi Cgil attraverso la distribuzione di materiale informativo che verrà distribuito per strada, nell’isola pedonale del centro garganico.
Ci sono visite specialistiche e ambulatoriali che vanno svolti entro 72 ore dalla prescrizione, altre in cui viene indicato un termine di 10, 20 o 60 giorni. Sono termini e tempi previsti dalla legge. Se tali termini «non vengono rispettati, si è evidentemente di fronte a una inadempienza illegittima e lesiva del diritto alla salute dei cittadini, soprattutto di quelli più anziani e dei meno abbienti che non possono permettersi le prestazioni a pagamento. Si tratta di visite specialistiche e prestazioni ambulatoriali fondamentali per lo stato di salute della persona a cui sono state prescritte» sottolinea lo Spi Cgil.
«Con i rincari delle bollette energetiche e di ogni genere di consumo – ha aggiunto Ciampolillo – sempre più anziani e persone meno abbienti stanno rinunciando alle cure per gravi problemi economici. In provincia di Foggia, con la pandemia, per moltissimi pensionati si è acuita una situazione di estrema difficoltà e disagio. Il diritto alle cure è sancito costituzionalmente. Le liste d’attesa infinite rappresentano una palese violazione di quel diritto».
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