Musicista, intellettuale, insegnante, ma soprattutto donna, Liliana Rossi e la sua breve vita sono un fulgido esempio di dedizione verso il prossimo e verso i più deboli.
Nata a Bovino il 4 novembre 1932, Liliana ha sempre vissuto ad Ascoli Satriano, dove suo padre esercitava la professione di medico condotto. Il quotidiano contatto con la sofferenza e la povertà costituì l’humus della sua maturazione politica ma anche della sua fede religiosa. Per lei, l’una e l’altra dovevano rappresentare uno strumento di riscatto sociale. È stata un’autentica ragazza prodigio. A scuola è così brava da saltare le classi. Si laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Napoli a soli 20 anni con il massimo dei voti, la lode e il riconoscimento della “dignità di stampa”.
Gli studi universitari non le fanno però trascurare la sua grande passione per la musica, e per il violino. Dopo aver dato il suo primo concerto a soli 6 anni, si diploma al “Liceo Musicale Giordano” di Foggia, viene ammessa ai corsi di alto perfezionamento dell’Accademia Chigiana a Siena.
È fortemente impegnata anche sul versante culturale: promuove il primo Cineclub a Foggia, organizza serate, viene chiamata dalla Rai per concerti a Bari e a Napoli.
Dopo il conseguimento della laurea si iscrive alla sezione del Pci di Ascoli Satriano, diventandone subito un’attiva protagonista. Sono soprattutto le povere donne braccianti di Ascoli Satriano a catturare la sua passione e il suo impegno. Fonda una scuola per giovani donne, insegna alle analfabete ad apporre la firma, si batte tenacemente per l’emancipazione femminile.
Scende nell’agone politico, candidandosi al consiglio comunale di Foggia. Nel comizio, a chiusura della campagna elettorale il suo modo di parlare, spontaneo ed appassionato, la sua straordinaria sensibilità infiammano le donne ascolane, che l’accompagnano trionfalmente a casa. Poche settimane dopo le elezioni Liliana verrà stroncata da un’embolia a soli 23 anni.
Pur avendo ricevuto l’estrema unzione durante il ricovero in ospedale, ad Ascoli le vengono negati i funerali religiosi. Ma centinaia di donne l’accompagneranno nel suo ultimo viaggio, in abito bianco come quello indossato da Liliana.
È il 18 giugno del 1956.
L’episodio è stato ricordato da Michele Placido nel film “Del perduto amore”, dedicato alla sua grande concittadina (un film con Michele Placido, Fabrizio Bentivoglio, Sergio Rubini, Enrico Lo Verso, Rocco Papaleo. 1998, durata 99 minuti)
Il Comune di Ascoli ha intitolato a Liliana la Pinacoteca comunale mentre Bovino le ha dedicato un giardino pubblico. A Rutigliano, in provincia di Bari, è stata intitolata una scuola.
In suo onore sono stati organizzati diversi concorsi musicali, concerti e festival.
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